, ,

Ma siamo veramente sicuri che il sabotaggio del gasdotto Nord Stream sia da imputare agli Ucraini?

Interessante intervento di Luca Romano che approfondisce i fatti e dà una lettura completamente opposta a quella corrente. Aggiungo che Guido Olimpio considera che l’azione della procura tedesca faccia parte di una piccata risposta all’azione di Zelenski di contrattaccare facendo sconfinare le sue truppe in Russia senza aver prima concordato l’Operazione Speciale Ucraina con gli USA

Misteri all’italiana.

di Luca Romano

Alcuni giorni fa, il Wall Street Journal ha pubblicato l’inchiesta dell’anno sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, ricostruendo la vicenda a partire dal maggio 2022.

In sintesi, durante una sbronza per festeggiare la ritirata russa dall’assedio di Kiyv, una serie di generali e businessmen ucraini decidono di far saltare il gasdotto. Zelensky approva, Zaluzhniy assume il comando del progetto. I businessmen cacciano i soldi, noleggiano uno yacht, pagano un team di sommozzatori mercenari e preparano l’operazione. Quando la notizia arriva agli USA, la CIA dice di fermare tutto, allora anche Zelensky dice di fermare tutto, ma Zaluzhniy va avanti lo stesso.

In Italia partono le filippiche del sempre sveglissimo Federico “l’acqua pesante, cioè quella non distillata” Rampini, di tutti i Tafazzi democristiani che “Putin ha torto, MA PERÒ ANCHE L’UCRAINA HA COMMESSO I SUOI ERRORI DOBBIAMO ESSERE SUPER PARTES” e ovviamente l’orchestra dei leccapalle professionisti del Cremlino, da Belpietro a Travaglio inizia a suonare all’unisono.

Ovviamente nessuno si prende la briga di riportare la versione ucraina della cosa, secondo cui tutto questo sarebbe stato semplicemente impossibile, perché Zaluzhniy non aveva proprio l’autorità per gestire una missione marittima in acque internazionali, ma questo è il meno.

Il più è che *qualcuno* sembra aver trascurato *qualcosa* nella rigorosissima ricostruzione dei fatti. E questo lo dicono gli investigatori tedeschi, ovvero i primi che avrebbero l’interesse a puntare il dito contro l’Ucraina per giustificare i tagli agli aiuti militari appena approvati dal governo di Berlino.

Cosa non torna? Lo Yacht “Andromeda”, a bordo del quale sono state trovate tracce di esplosivo, è stato affittato a *qualcuno* da un’agenzia con sede a Varsavia, gestita apparentemente da ucraini.

Quest’agenzia, che si chiama Feeria Lwowa, era gestita da una donna (Nataliia A.), alla quale è intestata anche un’altra agenzia a Varsavia (dove con “agenzia” si intende “cassetta postale di una società di comodo”); il 95% delle quote società (ora scomparsa) era però detenuto da un’altra donna (Diana B.), e tramite i registri si è potuto verificare che effettivamente la sede contabile di Feeria Lwowa era sì in Ucraina, ma a Kerch, in Crimea, la stessa città dove Diana B. è registrata come residente.

Solo che Kerch è occupata dai russi dal 2014.

E infatti Diana B., originariamente immigrata dall’Uzbekistan, HA IL PASSAPORTO RUSSO. Sorpresone.

Gli investigatori hanno anche accertato la presenza di Diana B. a Varsavia nel 2019 a condurre business per la sua “agenzia” – che tipo di business, non è dato sapere: le recensioni sul sito di Feeria Lwowa erano false, postate da account non corrispondenti a persone reali.

Negli anni tra il 2014 e il 2022, Diana B. è stata diverse volte membro della commissione elettorale fantoccio messa in piedi dai filorussi; l’ultima foto postata da Diana B. sui suoi social network risale a giugno 2023. Volete indovinare dove si trovava?

A Krasnodar, in Russia.

Quando i giornalisti tedeschi di RTL l’hanno contattata per chiedere la sua versione dei fatti, Diana B. ha confermato di trovarsi tutt’oggi in Russia, non ha voluto fornire commenti sulla società Feeria Lwowa.

Piuttosto difficile credere che i sabotatori ucraini avrebbero noleggiato uno yacht da una società di Varsavia intestata ad una prestanome russa residente in Crimea. Ma per farsi queste domande serve avere i neuroni.

Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream ha evitato a Gazprom di pagare svariati miliardi di penali per il mancato rispetto dei contratti di fornitura del gas alla Germania e agli altri paesi europei (i flussi erano già stati interrotti ben prima dell’esplosione).

Il sabotaggio del Nord Stream tra 20 anni sarà una di quelle cose di cui tutto il mondo parlerà in un modo, mentre solo in Italia continuerà a circolare una verità alternativa. Come è successo per Ustica, Fukushima e il volo Malaysian Airlines 17.

Luca Romano

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.